lunedì 18 giugno 2007

Lavandare

LAVANDARE
(Giovanni Pascoli)

Nel campo mezzo grigio e mezzo nero
resta un aratro senza buoi che pare
dimenticato, tra il vapor leggero.

E cadenzato dalla gora viene
lo sciabordare delle lavandare
con tonfi spessi e lunghe cantilene:

Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese!
quando partisti, come son rimasta!
come l’aratro in mezzo alla maggese

2 commenti:

  1. E tu per nome che ti chiami Nina,
    Sempre per Nina te voglio chiamare.
    L’acqua che ti ci lavi la mattina,
    Ti prego, Nina mia, non la buttare;
    E se la butti, buttala al giardino,
    Ci nascerà un bel giglio e un gelsomino;
    E se la butti, buttala al giardino,
    Che ci fa l’acqua rosa uno speziale;
    Lo speziale ci fa l’acqua rosata,
    Per guarì’ Nina sua, quand’è malata.
    Rapito dalle tue foto. E da te, splendida Monika. Férdinand

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  2. grazie, Fèrdinand, fai arrossire questa domestica...

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